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Le
Moire
Il
gruppo delle Moire prende il suo nome dalle Dee Greche e di queste Dee
segue i passi. Si tratta di indonivi che danno i loro schietti
responsi quando meno te lo aspetti, ma che rimangono in silenzio
quando vengono poste loro domande in maniera specifica; piantagrane
che fanno saltar fuori gli sporchi segreti degli anziani vampiri, per
lo più per mero capriccio e ne mettono a conoscenza il resto dei
Fratelli della città.
Sono poco amate e persino odiate, ma allo stesso tempo anche
considerate quasi indispensabili.
In pratica sono la vera e propria epitome di ciò che molti vampiri
pensano debba voler dire la parola “Malkavian”.
Le Moire sono presentate come possibile risorsa per il Narratore, per
essere inserite o come un cast di supporto extra per una cronaca, o
come fonte di spunti per dei complotti, o addirittura come un
potenziale cast per il background di uno specifico personaggio. Essi
non possiedono alcun riferimento per una specifica città; l’Hyde ed
i suoi abitanti possono essere inseriti all’interno della città in
cui è ambientata la cronaca a seconda delle necessità. Sebbene
presentati come un gruppo orientato verso la Camarilla, le Moire
possono facilmente essere predispote per cronache basate sul Sabbat o
sulle sette indipendenti.
Vieni a conoscerle!
La
Storia
Le
Moire sono un fenomeno decisamente nuovo nella cronaca della tua
città; si sono messe in mostra solo da pochi anni, ma hanno
dimostrato il valore della loro preveggenza molte volte da allora.
Quel che non è conosciuto dai più, è che esiste la tradizione
Malkavian di piccoli gruppi che si dedicano a comuni, “illuminanti”
beffe e profezie da moltissimo tempo, probabilmente da millenni. Ogni
vampiro è abituato al fatto che i Malkavian snocciolino alcuni
frammenti di preveggenza, facendo osservare cose che nessun’altro
potrebbe notare. Ciò che rende le Moire inusuali, tuttavia, è che
esse proferiscono tali vaticini come se in effetti esse fossero un’unica
entità. Quando una premonizione necessita d’essere condivisa con
altri, l’intera coterie compie uno sforzo comune per adattare tale
visione cosicchè gli altri Fratelli possano vederla.
Questa particolare “famiglia” si formò circa 25 anni fa, quando
il viaggiatore Emmanuel Moncrief e la sua Progenie, risposero ad una
peculiare “Chiamata” (-ndr- la Chiamata è un fenomeno diffuso tra
i Malkavian grazie alla quale un certo numero di membri di questo Clan
ricevono un richiamo mentale da un altro dei loro Fratelli attraverso
la Ragnatela/Arazzo, detta anche Malkavian Madness Network, per
riunirsi tutti in un determinato luogo ad una determinata ora al fine
di discutere qualcosa di mutuo interesse). Quando incontrarono la
giovane Lunatica che l’aveva diffusa, essi furono piuttosto sorpresi
nello scoprire che ella non aveva alcuna idea del perché li avesse
convocati. Dopo una lunga notte d’intensa discussione, i tre
stabilirono che in realtà la “Chiamata” non era giunta da nessuno
di loro, era come se l’istinto e la sola casualità li avesse
riuniti.
I tre stabilirono un patto al fine di scoprire il perché erano stati
spinti ad incontrarsi ma, abbastanza stranamente, dopo soli pochi
mesi, tutte le preoccupazioni per darsi una risposta a riguardo furono
dimenticate. Erano insieme, lavoravano bene e percepivano visioni
comuni dalla Ragnatela, non era sufficiente? Inoltre avevano uno
scopo, uno scopo che in qualche modo li aveva prescelti. Moncrief
scelse il nome “Moire” come fosse il più ovvio, quasi fosse stato
ispirato a farlo. Faye ancora si chiede se il nome, e forse anche il
loro scopo, Moncrief non l’abbia in qualche modo ereditato dal suo
sire. Non vi è null’altro da aggiungere e lo stesso Moncrief non
sembra certo saperne qualcosa di più.
Dopo 10 anni circa, le Moire si sono mosse. Si stabilirono in altre
città attraverso il continente, dove esse esercitarono il loro “mestiere”
di ammonitrici e veggenti sinchè non erano costrette (o forse
convocate?) a spostarsi una volta ancora. Lungo la strada, hanno
raccolto un quarto membro, l’enigmatico, giovane Jack. Come già era
stato per Lizzie, Jack sembrò cadere loro dal cielo, e proprio come
Lizzie, era un’ottimo compagno.
Otto anni fa, Moncrief, Faye, Lizzie e Jack si sono stabiliti nella
città che ospita la cronaca per fare i loro affari. Essi hanno
stabilito il loro rifugio in un vecchio teatro ed entro i successivi
nove mesi hanno svelato due profezie al Principe. Egli ha ignorato il
primo avvertimento, liquidandolo come la solita burla Malkavian, e
nove notti più tardi, due delle Ancillae più in vista della città
svanirono. Queste furono scorte per l’ultima volta all’aeroporto,
mentre seguivano servilmente i passi d’un affabile Giovanni che
aveva convinto ogni Elysium del suo genuino desiderio di fermarsi in
città. Quando giunse il secondo monito delle Moire, il Principe fece
del suo meglio per decriptare l’ingarbugliato messaggio; egli
riuscì nell’intento e fu in grado di evitare una faida di sangue
tra due dei più prominenti clan della città, prima che la situazione
esplodesse.
Un anno dopo questi avvenimenti, le Moire proiettarono il loro primo
“biopic”, un cortometraggio che sbandierava le più scandalose
relazioni d’uno dei Primogeniti della città. Il soggetto la prese
male, e subì gli scherni delle Arpie cittadine per mesi, ma il
Principe proibì ogni azione contro l’altezzosa discendenza
Malkavian. Gli Anziani decisero che il film aveva scarso interesse, di
poco inferiore alla materia che costituiva il suo soggetto, e
concordarono che le Moire erano troppo potenzialmente utili per essere
punite per…. ebbene, per aver fatto qualcosa che, come chiunque sa,
i Malkavian fanno da sempre.
Da allora, le Moire hanno continuato ad offrire occasinali
avvertimenti o scandalosi reportage, di solito con varie aspettative.
Esse hanno aggiunto un membro al loro numero tre anni fa, un ragazzo
di nome Garcia con un’inebriante quantità di visioni. Continuano ad
osservare il resto della città molto, molto da vicino, e sembra vi
sia poco che sfugga alle loro rivelatorie premonizioni. Nessuno è
certo se il gruppo abbia intenzione di muoversi presto o tardi, oppure
se abbiano scelto di restare in città per osservare l’avvento della
Gehenna. In effetti, neppure le Moire stesse possono dirlo con
sicurezza.
Rifugio:
l’Hyde
Il
teatro Hyde sorge in un’area decadente dei sobborghi cittadini, in
una zona che il consiglio della città ha pianificato di rinnovare e
recuperare, senza però dare mai l’impressione d’incominciare a
farlo. I mattoni esterni sono perennemente coperti dalle mutevoli
scritte lasciate dalle gang di periferia e le bacheche rotte dove una
volta comparivano le locandine dei film sono ora occupate con scadenti
volantini fotocopiati che annunciano gli spettacolini di nightclub
concorrenti. Un tempo, questo era uno edificio storico e bello, ma ora
restano solo le vestigia della sua passata gloria.
L’Hyde fu costruito nei tardi anni ’40 dal proprietario d’una
fabbrica che voleva elevare il suo status sociale legando il suo nome
al patronaggio dell’arte. Jonathan Hyde ad ogni modo non era tanto
ricco quanto gli sarebbe piaciuto essere, così il suo teatro (ideato
per la fase di produzione e non per la visione di film) risultò
decisamente più modesto di quanto avesse sperato. Nei primi anni il
teatro funzionò piuttosto bene, ma più per una questione di novità
che per una vera ragione pratica. Come gli anni ’50 volsero al
termine, il teatro iniziò rapidamente col perdere affari ed anche i
gruppi teatrali della comunità trovarono difficile non dividersi per
portare avanti i propri progetti di produzione. Alla fine, Mr Hyde
dovette svendere il teatro. Il nuovo proprietario decise che se anche
l’Hyde non era stato il teatro che avrebbe potuto essere, sarebbe
potuto diventare un buon cinema e, con alcune modeste ristrutturazioni
ed aggiungendovi uno schermo per la proiezione, fu pronto ad esserlo.
Fu così infatti per parecchio tempo, ma in tempi più recenti l’Hyde
si dimostrò decisamente inadatto per i film che attraevano masse di
spettatori. Esso semplicemente non era in grado di competere con le
più moderne sale di proiezione; dal momento che nascevano sempre più
multisale ed esse rubavano il pubblico e gli affari al modesto,
piccolo cinema. La gestione (cambiata di mano alcune volte dalla prima
vendita) tentò di controbilanciare questa situazione facendo
proiettare film stranieri ed artistici che non si sarebbero potuti
trovare in altre sale cittadine, ma il pubblico non si mostrò
interessato. Alla fine, l’Hyde, chiuse i battenti nel 1988 e se si
esclude un breve, ma inutile, sforzo da parte d’una società per la
preservazione storica, volenterosa ma priva di mezzi, la sua esistenza
fu dimenticata da tutti.
Da tutti tranne che da Emmanuel Moncrief, questo è certo.
Otto anni fa (NDR queste date sono indicative, se vuoi puoi
riaddattarle come meglio credi, addirittura ponendo tutto al
presente), al tempo in cui Moncrief ed i suoi discepoli svelarono la
loro visione comune alla città, essi giunsero per caso all’abbandonato
teatro. Ne rimasero incantati. Moncrief prontamente acquistò l’Hyde
ad una modica cifra; il suo proprietario fu sin troppo felice di
svenderlo e non fece troppe domande al nuovo acquirente.
Esso si è dimostrato un Rifugio eccellente. Ci sono poche finestre
sul piano principale; l’entrata è stata murata anni or sono e,
anche se è stato fatto un un buco nei mattoni, la luce solare non
potrebbe mai attraversare tutta la strada giù per il lungo corridoio
(ricoperto con bacheche rotte e poster di film) sino alla
biglietteria. C’è ampio spazio tra le scene ove un vampiro possa
dormire, come anche nella sala di proiezione, tra gli spalti, nel
retroscena ed ugualmente dietro il bancone delle bibite e nel
gabbiotto del bigliettaio; il sole non è assolutamente un problema
nella maggior parte dell’edificio.
Moncrief ed i suoi amici hanno chiuso ermeticamente tutte le uscite di
sicurezza tranne una, dopo aver preso possesso del teatro, e quell’unica
rimane chiusa e sbarrata tranne nelle occasioni in cui i Malkavian
aspettano ospiti. Per entrare ed uscire, di solito la “famiglia”
sgattaiola attraverso un paio di finestre della sala d’attesa; in
caso d’emergenza, essi hanno anche scavato un buco nel pavimento del
bagno delle signore, che finisce nella strada sottostante. L’Hyde
non ha l’impianto elettrico perfettamente funzionante (ci sono una o
due sezioni permanentemente al buio) ma la maggior parte del cablaggio
è in buona condizione. Cosa ben più importante, il sistema
antincendio è tutt’ora funzionante; Moncrief si è assicurato che
il teatro non si trasformi in un trappola di fuoco senza scampo.
C’è un solo anfiteatro nell’intera struttura, ma è piuttosto
grande, con un’ampia balconata e spesse tende che ancora ne
drappeggiano i muri. La vernice dorata delle decorazioni ha iniziato a
scrostarsi malamente, ma il velluto rosso dei tendaggi è più o meno
intatto (anche se ammuffito ed impolverato). I sedili sono vecchi, ma
non del tutto scomodi, lo spazio per le gambe è un po’ ristretto,
ma le gambe dei non-morti, di solito, non vengono colte da crampi. Il
vecchio palcoscenico è rovinato in qualche punto e scricchiola in
maniera udibile quando qualcuno lo attraversa; d’altro canto la
Moire ne hanno mantenuto l’illuminazione efficiente, con alcuni
proiettori posti in alto. Lo schermo di proiezione si tende attraverso
la metà del palcoscenico del vecchio palco ed è rotto in diversi
punti, ma ancora utilizzabile.
Il backstage è off-limit, anche quando le Moire hanno ospiti tra
loro. Solo ad amici strettamente personali è consentito l’accesso a
quest’area ed i “Testimoni” ne hanno davvero pochi. Faye e
Lizzie dormono in un’ala del backstage, circondate dalle
cianfrusaglie ammassate d’una mezza dozzina di precedenti
proprietari. In particolare, Lizzie ha messo insieme una collezione di
manichini, vestendoli con vecchi costumi di scena che ha trovato
stipati in vari angoli dell’Hyde. Ma per qualche ragione, la sua
maniera d’allestirli è decisamente..… inquietante. I manichini
sembrano essere messi apparentemente in maniera piuttosto sensata, ma
i visitatori lentamente iniziano a percepire che le angolazioni in cui
sono posti ed i loro costumi sono in qualche modo…..sbagliati, come
malamente assestati, ma di soli, pochi gradi. Lentamente, sottilmente,
i vuoti sguardi dei fantocci creano un senso di claustrofobia, anzi,
di paranoia. Dal canto loro, Lizzie e Faye non sembrano rendersene
conto. Ma chiunque sia adescato da Lizzie e condotto in un angolo del
retro, su una pila ammucchiata di vecchi velluti, per intrattenersi in
alcuni “giochetti”, è facile che lasci l’edificio con l’impressione
che esso sia “infestato” e che possa soffrire d’incubi notturni
per un certo periodo.
La sala di proiezione, invece, è dove Jack dorme durante i suoi
giorni; essa è ricoperta dalle custodie delle bobine dei film e da
fogli di giornale strappati, proprio come fosse la tana d’un topo od
il Rifugio d’un Nosferatu. Uno scassato, antiquato, ma ancor oggi
funzionante proiettore, si trova al centro della stanza; Jack non si
soddisfa col vedere solo film artistici e si diverte a proiettare
occasionalmente i film da grande incasso nel teatro. La sua collezione
lascia un po’ a desiderare e mancano le bobine di diversi film, ma
la “famigliola” non ci fa molto caso, poiché non sono molto
inclini a passare tutto il loro tempo guardando dei film.
Moncrief si riposa in uno dei piccoli uffici seminascosto tra gli
intricati passaggi nel retro del teatro. Per lo più, tutti gli uffici
sono stipati con le impalcature ed i sostegni usate per le precedenti
“proiezioni”, ma diverse ed autentiche armi (spade, asce, paletti
affilati, un’autentica falce di metallo e pure una granata o due)
sono nascoste tra i rifiuti. La “stanza da letto” di Moncrief è
decisamente piena di roba accatastata, ciò nonostante ha una
scrivania sufficientemente pulita per lavorarci sopra ed una parte del
pavimento di fronte ad essa è tenuto sgombro per sdraiarcisi durante
il riposo. Moncrief mantiene un piccolo appartamento al di là della
strada dove può farsi una doccia, il bucato ed intrattenere ospiti
(per nutrirsi ad esempio) se necessario, ma preferisce mantenere il
suo rifugio decisamente segreto.
Da parte sua, Garcia non ha ancora scelto una parte precisa dell’Hyde
per sé, egli spesso appoggia il suo sacco a pelo o dietro il piccolo
bancone delle bibite, oppure tra e le file di posti a sedere della
balconata. La cosa gli è per lo più indifferente.
Come misure di sicurezza, l’Hyde possiede le già menzionate porte
bloccate e sbarrate, ed una notevole varietà di potenziali armi
disseminate al suo interno. In ogni dato momento, sono presenti un
altro paio di contromisure difensive, ma queste cambiano
costantemente, a seconda del capriccio della “famiglia”. Le Moire
possono tendere dei ben tenuti fili taglientigiusto sotto le finestre
d’accesso, durante il giorno. Possono esserci ghoul umani od animali
a fare la guardia. E’ anche possibile che Moncrief abbia raccolto un
“Rosicchiatore”, o qualche sorta di szlatcha per fungere da cane
da guardia. E’ questo aggiuntivo elemento d’imprevedibilità che
rende l’Hyde (come qualsiasi rifugio Malkavian) un terreno
pericoloso per i non invitati.
Influenza
L’influenza
delle Moire sulla società umana non si estende molto oltre quella che
ogni membro del gruppo esercita singolarmente su uno o più mortali.
Essi hanno pochi contatti che mantengono l’elettricità e l’acqua
collegati all’Hyde ed una coppia di polizziotti sotto loro
controllo, affinchè diano un’occhiata alle mura esterne. Escluse
queste semplici necessità, le Moire tendono a non immischiarsi
oltremodo nella struttura di potere umano; è ciò francamente non li
angustia.
Di certo, l’influenza che la “famiglia” possiede maggiormante è
quella correlata alla società dei Fratelli. Nonostante il loro
rapporto piuttosto relativo con il Principe e l’Elysium, le Moire
possiedono un generoso ammontare di status positivo tra i vampiri
della città. Esse sono viste a volte come delle Arpie, altre come
oracoli, altre volte ancora come un coro Greco; il loro ruolo è
fornire informazioni ed ammonimenti sui pericoli esterni, come sugli
affari interni. Di certo, esse offrono il loro “consiglio” solo a
loro propria discrezione e tale discrezione è guidata solo dalla loro
contorta logica; gli altri Fratelli dovrebbero tenere ben presente d’evitare
di fare affidamento sul loro aiuto.
Come molti altri Malkavian, le Moire sono note per il fatto di mettere
in bella mostra i segreti degli altri vampiri, il minimo richiesto per
fare i veggenti. Ad ogni modo, esse si sono fatte una nomea come
Coterie poiché proferiscono i loro vaticini oracolari in forma
collaborativa. Se uno del gruppo ha qualcosa da dire ai Fratelli del
luogo, gli altri gli stanno dietro aggiungendo alla sua, le loro voci.
Ciò per cui sono particolarmente noti, tuttavia, è la loro abitudine
di creare delle “film proiezioni”.
Lo “studio” Moire non crea film frequentemente, dal momento che è
un processo decisamente impegnativo; sebbene possano assemblare una
rappresentazione in poche notti, il gruppo preferisce lavorare sui
propri progetti col debito tempo. I film stessi possono essere
piuttosto semplici con un singolo narratore (generalmente un
apprezzato contatto d’un altro vampiro) solo in una stanza vuota,
oppure possono essere surreali drammi di cattivo gusto, inzuppati di
simbolismo ed elementi criptici. Ad ogni modo, i Malkavian stessi non
hanno molto controllo sul tipo di forma che il film viene ad assumere,
o almeno così dicono. Apparentemente, il soggetto e lo “stile”
della proiezione giunge al gruppo sottoforma di visioni condivise,
visioni che essi sono obbligati a seguire; od anche impostate sui loro
stessi incubi ed ossessioni.
Quando le Moire hanno un altro “show piece” pronto da proiettare,
aggiungono un proprio volantino agli altri che si trovano attaccati
sul davanti dell’edificio. Le locandine che annunciano una nuova
produzione delle Moire sono d’aspetto modesto, come gli altri
annunci che le circondano e sono scritte con un velato linguaggio.
Esse fanno spesso riferimento ad “un cinema” in città ed al
vampiro che ha intenzione d’affittare il posto per ospitare un “party
privato”. L’ospite spesso ha qualcosa a che fare coll’ultimo
soggetto del lavoro (e potrebbe anche trattarsi del protagonista della
satira), oltre a ciò, l’ospite deve sempre pagare pagare il
biglietto d’ingresso per lo spettacolo. Rifiutarsi di farlo potrebbe
implicare che egli has qualcosa da nascondere di certo; peggio ancora,
rifiutarsi di partecipare potrebbe scatenare le ire della Coterie di
Malkavian, cosa che potrebbe portare, a lungo termine, a spiacevoli
conseguenze.
Le produzioni delle Moire non sono molto comuni; tipicamente c’è
né una ogni sei mesi circa, sebbene possano essere più ravvicinate
qualora i Malkavian abbiano qualcosa di particolare da dire. In moltre
altre situazioni, succede che la “famiglia” agisca come fosse un’unica
entità e consegni le sue ultime profezie personalmente (alcune volte
le vecchie maniere sono migliori o più convenienti).
Sebbene le Moire possiedano un grande ammontare d’influenza, il loro
potere è lontano dall’essere assoluto. Ogni editto, augurio o
segreto rubato porta il rischio di far perdere la pazienza agli
Anziani della città, con conseguenze decisamente letali. I “Testimoni”
camminano su una linea decisamente sottile, la quale prevede che
parlino solo quando non possano più tenere a freno le loro lingue.
Visioni Condivise
La peculiare tendenza delle Moire a ricevere visioni comuni è ciò
che le rende così precise nei loro vaticini. In effetti, la “famiglia”
condivide un inusuale legame, probabilmente acquisito restando molto
tempo a contatto delle rispettive demenze. In termini di gioco, Quando
una Moira riceve una visione od un qualsiasi altro flash dalla
Ragnatela/Arazzo, gli altri fanno immediatamente un tiro su “Tempo
Malkavian” con una difficoltà diminuita di 1 per condividerla.
E’ del tutto possibile che tutte le altre Coterie di Malkavian o
branchi (del Sabbat) possano sviluppare un simile rapporto in un certo
periodo. Questo è interamente a discrezione del Narratore; sebbene
accettabile. Non ci sono molti gruppi in cui tutti i giocatori
interpretino dei Malkavian, dopo tutto….o almeno per quanto ne
sappiamo.
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