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Rabbat
[Nosferatu]
Questo vampiro è un appartenente alla Red List.
Vita
Quando i Mongoli calarono nell’Impero Ch’in agli inizi del 13°
secolo Rabbat era già una donna vecchia. In soli due anni
l’orda di Genghis Khan devastò completamente l’intera
regione, andavano di città in città massacrando chiunque
incontrassero.
Rabbat sopravvisse.
Catturata e proclamata la donna più brutta che fosse mai
esistita, fu condotta a Sarai, alla corte di Temujin, il Khan dei
Khan. Come ogni persona ammessa al cospetto del Khan, doveva
tenere lo sguardo basso per evitare di guardarlo mentre avanzava
sfilando di fronte a tutta la corte. Il respiro affannoso, il
volto chino, immobile di fronte all’intera corte che si prendeva
gioco di lei. Un cortigiano, afferrandola per i capelli, le alzò
la testa, mostrando trionfante il volto deforme della bestia che i
suoi uomini avevano catturato.
Divertito il Khan disse alla donna che poteva andare perché era
troppo brutta perfino per essere uccisa: neppure ai dannati
dell’inferno era giusto infliggere una pena del genere. Decretò
inoltre che sarebbe potuta restare all’interno del Palazzo
Reale. Questo semplice editto le garantiva anche protezione, perché
la punizione del Khan si sarebbe abbattuta su chiunque le avesse
fatto del male. A questo punto strisciò fuori dalla sala e svenne
esausta. Delle guardie la portarono via e le diedero un posto dove
dormire.
Divenne il mostro della corte reale, il divertimento del Khan,
mentre si aggirava mendicando il cibo ai cortigiani durante ogni
pasto. Alla morte del sovrano i suoi quattro figli divisero il
regno. Uno di questi, Ugudei, ereditò Rabbat e subito la cacciò
da palazzo nella città di Karakorum. Essendo molto vecchia e
senza alcuna possibilità di sopravvivere, vagò in cerca di un
luogo dove morire.
Sabanu, un antico Nosferatu al servizio di Baba Yaga, si rese
conto della forza d’animo di Rabbat di fronte al tormento.
Decise che sarebbe stato divertente concederle l’immortalità e
permetterle di vendicarsi delle perversità che gli invasori
senz’anima le avevano inflitto. Così, mentre lei giaceva ai
suoi piedi implorandolo di farle dono della morte, lui
l’Abbracciò.
Il suo viso orrendo ed il suo fragile corpo vennero trasformati in
qualcosa di ancora più spaventoso. E mentre lei lo malediceva,
lui si allontanava, lasciandola sola, per non farsi mai più
vedere.
Non-vita
Rabbat non riusciva ad accettare la sua nuova condizione
d’esistenza, ma dovette adattarsi. Non aveva desiderio di
vendetta nei confronti dei Mongoli: per quanto dura le avessero
reso la vita, aveva accettato la cosa. Cercò di non nutrirsi il
più a lungo possibile, ma alla fine cedette alla frenesia ed
uccise due guardie cittadine. Decise allora di andarsene e fuggì
verso ovest.
Man mano che Ugudei completava la sottomissione dell’Impero
Ch’in, Rabbat continuava a spostarsi verso ovest. Durante il
giorno si rifugiava in buche scavate nel terreno subito prima
dell’alba. Imparò a sopravvivere nelle terre selvagge, evitando
i Lupini, i vampiri d’Oriente ed i Crociati bizantini che
tornavano in Europa portando con loro la lebbra.
Giunse così a Costantinopoli, dove rimase per circa un secolo
evitata dagli altri Cainiti per il suo aspetto raccapricciante. I
Nosferatu della città la trovarono ed una volta venuti a
conoscenza delle sue origini e saputo il nome del suo sire, la
presero sotto la loro protezione. Qui rimase a servire il Clan,
fino a quando lei ed alcuni suoi pari vennero chiamati a Praga.
In questa città Rabbat si mise subito in evidenza informando
appena in tempo un anziano Malkavian che riuscì a sfuggire alle
forze dell’Inquisizione. Le venne offerta una ricompensa, ma
rifiutò con umiltà, guadagnandosi così il rispetto
all’interno del suo Clan e la segreta ammirazione dei Malkavian.
In breve il suo prestigio tra i Nosferatu aumentò
considerevolmente grazie alla sua tempestività nel reperire le
informazioni per salvare i Fratelli dagli agenti
dell’Inquisizione.
Quando Rabbat giunse all’apice della propria influenza, si
scatenò però in Europa la Peste Nera. Nonostante molti vampiri
risultassero immuni, il sangue della loro progenie risultava
essere stato infettato dalla malattia. Quando videro ciò che
stava succedendo - la Peste un terzo della popolazione
dell’Inghilterra ed oltre 75 milioni di persone in tutta Europa
- i Cainiti cominciarono a contendersi l’un l’altro vene non
infette, sangue puro. Rabbat non si poneva tali problemi e beveva
senza indugi il sangue contaminato.
Da Praga, gli impegni portarono Rabbat a Venezia, dove divenne una
dei leader del Clan della città. Durante la sua permanenza
comparve misteriosamente una strana malattia che colpiva solo i
vampiri: veniva chiamata il Morbo. Rabbat aveva creato una
progenie portatrice di una forma di peste che infettava anche i
vampiri. La cosa venne abbastanza ignorata fino a quando due
Primogeniti della città non entrarono in torpore a causa del
diffondersi di questa malattia. Rabbat, personalmente, era immune,
ma la Peste Nera era ormai penetrata profondamente nel mondo dei
non-morti.
I Giovanni riuscirono a ricondurre a lei lo scatenarsi della
malattia. La Camarilla allora dichiarò aperta una Caccia di
Sangue, distrusse la progenie di Rabbat e costrinse lei a fuggire
da Venezia per salvarsi. Così fu esiliata dal suo clan e
dall’unica società che l’abbia mai accettata.
Obiettivi
Per Rabbat l’esistenza stessa è dolorosa. Amareggiata della
propria vita ha più volte tentato il suicidio aspettando l’alba
per poi fuggire davanti alla terribile gloria del sole. Una volta
era un rispettabile membro del proprio Clan, ora è una essere
mostruoso che semina tra i suoi Fratelli una terribile malattia
ovunque vada.
Natura
Rabbat è stufa di vagabondare. Farebbe qualunque cosa per non
attirare l’attenzione, ma nel contempo non desidera altro che
sentirsi accettata. Dopo essere stata un membro orgoglioso del suo
Clan, ora farebbe di tutto per tornare a servirlo, anche con la più
umile delle funzioni. Purtroppo qualunque cainita che si avvicini
troppo a lei, cade inevitabilmente in torpore, contagiato dalla
malattia. Così Rabbat sfoga la sua amarezza sui mortali, giocando
con crudeltà la parte del mostro prima di nutrirsi del loro
sangue eccitato dall’adrenalina. Ha creato progenie, sperando di
porre fine alla sua solitudine, ma i suoi figli cadono in torpore
a pochi giorni di distanza dall’Abbraccio. Talvolta Rabbat
viaggia sotto il nome di Cloacina, in riferimento all’antica dea
romana delle fogne.
Modus Operandi
Rabbat viaggia in continuazione. Poiché la sua sola presenza è
sufficiente a mettere in allerta le presenze occulte, non si ferma
mai in nessun luogo. Poiché teme il proprio Clan, preferisce
dormire sottoterra, quando non riesce a tornare entro l’alba al
suo furgone; questo è studiato per proteggerla completamente
dalla luce del giorno. Piccoli furti alle stazioni di servizio, o
in altri negozietti aperti 24 ore al giorno le permettono di
procurarsi un po’ di soldi e, cosa più importante, benzina per
viaggiare.
Quando ha bisogno di nutrirsi, sceglie sempre obiettivi isolati e
soli, quindi li obbliga con Dominazione a seguirla in posti
precedentemente preparati. Qui terrorizza le proprie vittime,
sfogando la rabbia che porta dentro di sé, e poi le divora. Dopo
essersi nutrita deruba i malcapitati e ne brucia il corpo per non
lasciare traccia dei propri crimini.
Misfatti e la sua malattia
Le zecche che trasmettevano la Peste Nera nel 14° secolo ancora
vivono nel corpo di Rabbat. Sono, in pratica, dei piccoli ghoul
che si sono trasformati e sono diventati voraci grazie al suo
sangue. Questo è il motivo per cui la malattia colpisce anche i
Cainiti. Uccidere questi parassiti è ormai diventato estremamente
difficile, in quanto il sangue vampirico li ha resi, come ogni
ghoul, estremamente resistenti: essi si adattano facilmente a
qualsiasi condizione ambientale. Tuttavia, come ogni ghoul
anziano, se non riescono ad avere sangue vampirico soffrono,
invecchiano e muoiono.
La malattia in sé è una combinazione di lebbra e peste
bubbonica. Nei mortali si manifesta come Peste Nera, ma in effetti
è molto più virulenta e uccide più velocemente. Sui Vampiri ha
effetto aumentando la generazione, diminuendo nel contempo la
quantità di sangue nel corpo del vampiro. Il risultato è che il
Cainita cade in torpore e non può più essere risvegliato: il
sangue eventualmente donato alla vittima viene disperso prima che
possa essere usato. In alcuni casi la lebbra si manifesta
sfigurando l’individuo, ma ciò non risulta mai mortale. Un
Narratore deve sentirsi libero di decidere quanto velocemente la
malattia ha effetto e può considerare anche di permettere ad un
personaggio di trovare una cura se ha contratto il morbo.
Rabbat è oggetto di una Caccia di Sangue da ormai secoli, ma
incontrare la fuggitiva Nosferatu risulterebbe spiacevole per la
maggior parte dei vampiri. Corrono il rischio soprattutto quelli
che vivono nelle strade e nei luoghi desolati. Naturalmente nessun
membro della Camarilla muore dalla voglia di darle la caccia nelle
fogne o nei tunnel della metropolitana. La sua ultima vittima, però,
un anziano Toreador della Sud Carolina, ha riportato
l’attenzione su di lei. La Camarilla sta per organizzare una
gruppo di cacciatori abbastanza potente per distruggerla.
La Setta ha inoltre saputo che il Center for Disease Control sta
seguendo le tracce della Nosferatu. Il CDC ha scoperto una serie
di infezioni casuali, vittime ammalatesi perché sono state in
negozi visitati da Rabbat, dove alcuni dei parassiti si sono
staccati da lei per infettare nuovi ospiti.
Pur non essendo intelligenti, queste zecche sono fameliche e si
adattano a qualunque condizione ambientale, oltre ad essere capaci
di saltare enormi distanze a causa della loro condizione
innaturale. Nonostante abbiano un Legame di Sangue con Rabbat,
talvolta alcune di esse vengono lasciate indietro.
Trofeo di Clan
Il Clan di Rabbat ha promesso una ricompensa a chi la eliminerà;
tuttavia non sarà così ancora per molto. I Nosferatu non hanno
mosso un dito per darle la caccia. Segretamente stanno discutendo
la possibilità che Rabbat sia l’ultima arma a disposizione del
Clan contro gli Antidiluviani ed i Nictuku. Potrebbero presto
giungere alla decisione di trovare un rifugio per lei, provvedere
ai suoi bisogni e tenerla al sicuro finché non arriverà il
momento in cui avranno bisogno di lei. Loro potranno vivere sotto
le strade mentre la sua peste ucciderà i Cainiti sopra di loro.
I Malkavian stanno cercando un modo per curarla, come
ringraziamento per i servizi che Rabbat ha reso loro durante
l’Inquisizione. È probabilmente l’unico Clan che non ha
dimenticato per convenienza ciò che la Nosferatu ha fatto per
loro.
Il Sabbat non è neppure a conoscenza della sua esistenza. Se
dovessero scoprirlo, sicuramente farebbero tutto ciò che è in
loro potere per essere sicuri che raggiunga la Morte Ultima, in
quanto sono molto più esposti degli altri vampiri alla sua
malattia. Tuttavia potrebbero anche vedere in lei un punto di
forza nelle loro battaglie con la Camarilla. Il gioco potrebbe ben
valere la candela.
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