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La Luce del giorno si ritira, le tenebre avanzano.

"La più grande paura è quella dell'ignoto…la paura della morte. Tu non puoi sapere da dove arriverà, ma io, mio caro amico, so dove andrai, perché sono stato lì. Potrei portartici ora, ma non ti piacerebbe ciò che troveresti. Quindi mi limiterò ad insegnarti bene cosa aspettarti!

Come tutto ha inizio...
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La caccia

Si allargo' il bavero, cercando di lasciare la sensazione della notte fuori, ma niente avrebbe potuto salvarlo. Fece scorrere lo sguardo da destra a sinistra sulla foresta impenetrabile, affretto' l'andatura, istintivamente cercava di raggiungere la salvezza delle luci della citta'. Lui non poteva saperlo in quel momento, ma non aveva via di scampo. Un rumore di rami spezzati nel bosco alla sua sinistra lo raggiunse. Si giro' di scatto, tanto in fretta che il cappello gli cadde dalla testa, ma non ci bado'. La foresta quell'entita' buia e pericolosa era l'unica cosa che catalizzava la sua attenzione. Per un intero minuto cerco' di scrutare nella foresta al solo chiarore delle stelle e della Luna. Ma c'era solo la Luna piena ed un velo di vento che faceva muovere lentamente i rami degli alberi. I suoi occhi correvano da un'ombra all'altra, cercando di trovarlo. Lo stava aspettando.

Lo stavano aspettando.

Dopo un minuto si rimise il suo cappello, e ricomincio' a cercare la salvezza delle luci della citta', un po' piu' velocemente questa volta. Nella notte c'era solo il silenzio, non un insetto, non un uccello, non un pipistrello, non un cervo: niente. Solo la pallida luce della Luna e i fuscelli che si muovevano alla brezza del vento. Riprese il suo passo, ma una terribile paura si impossesso' di lui.

Dietro di lui sentiva il chiaro rumore di passi, come di qualcuno che corre. Si giro' di fretta guardando indietro la strada polverosa e deserta, ma non c'era niente. Cammino' in un'altra direzione, via dalla citta', ma resto' di sasso. Dietro di lui adesso c'era una linea nella soffice polvere. Torno' indietro all'istante, ma inciampo' sui piedi terrorizzato, cadde, si rialzo' e corse via verso la citta', cercando disperatamente di non urlare.

Dopo un minuto smise di correre, si mise a terra su un ginocchio a lato della strada. Il suo respiro era l'unico rumore della foresta, lui era davvero affannato. Il suo respiro era rotto, cerco' di controllare l'affanno. Getto' via il proprio mantello, per lo sforzo aveva un gran caldo, si getto' dietro uno scarno cespuglio a lato della strada. Si sdette lentamente dando occasionalmente uno sguardo indietro dove era la linea sulla strada. Dopo un momento inizio' a sorridere.

Non c'era niente, disse forte a se' stesso, gridando: quella linea era gia' li', solo che non se n'era accorto prima. La sua voce risuono' allegra, mentre cercava disperatamente di rifuggire la propria paura, ma sapeva che la linea non era li'. Lui sapeva che c'era qualche cosa la' fuori, che lo stava braccando.

Lo stavano braccando.

C'era qualche cosa la' fuori che lo stava inseguendo, il pensiero gli diede una breve scossa, si rivesti' mentre dava occhiate furtive al bosco, ma non c'era niente. Il vento riprese e i ramoscelli ricominciarono a far ondeggiare le loro ombre, ancora una volta comincio' a camminare velocemente.

Alla sua destra, dall'altra parte della strada un segnale indicava che la citta' piu' vicina si trovava a 10 Km, si libero' dalla tensione ridendo forte. 10 Km alla salvezza. Meno se poteva raggiungere le strade pavimentate della civilizzazione e lasciarsi alle spalle la foresta. Questo nuovo pensiero sprono' la sua andatura, ed aumento' la fiducia in se' stesso, ed elimino' la paura. Ma qualche cosa correva correva sulla strada, avrebbero potuto essere avanti a lui un centinaio di metri. Un'ombra di qaulche cosa che si muoveva troppo veloce per vedere cosa fosse lo inchiodo'. Scivolo' a terra tra la polvere, poi lentamente ando' avanti guardando in direzione del bosco da dove sarebbe potuta venire l'ombra e soprattutto dove stava dirigendosi. Ma non c'erano impronte sulla strada, salvo una singola impronta di zampa esattamente al centro.

In lontananza senti' un lupo ululare, si mise a correre a perdifiato verso la citta'. Nella foresta intanto sentiva rami che si spezzavano e colpi secchi, getto' via la giacca, per correre piu' veloce. Aveva bisogno di tutta la sua velocita', ed anche di piu', per sopravvivere.

D'un tratto una figura emerse dalla foresta muovendosi ad una velocita' soprannaturale, lui senti' una presa violenta sul proprio corpo. Cerco' di combattere per un momento, ma la figura era soprannaturalmente forte, e lui era esausto. Occhi verdi fosforescenti e lunghi canini affilati brillarono al chiaro di Luna, grido'. Senti' una mano sulla propria testa che gli strattonava i capelli tirandogli indietro la testa, senti' un morso sul proprio collo, pungente, un dolore acuto...

Poi non senti' piu' niente.

Quando fu completamente svuotato portai il suo corpo nella foresta e lo seppellii profondamente nella terra, cercai un rifugio per il giorno, lontano dai raggi del sole. E' segno di una grande saggezza per i mortali avere paura della notte e delle regioni selvagge. Io sono la Notte. Io sono la Luna. Io sono le Stelle. Io sono l'Oscurita'. Io sono la Terra.

Io sono un Gangrel.

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