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La
caccia
Si
allargo' il bavero, cercando di lasciare la sensazione della notte
fuori, ma niente avrebbe potuto salvarlo. Fece scorrere lo sguardo
da destra a sinistra sulla foresta impenetrabile, affretto'
l'andatura, istintivamente cercava di raggiungere la salvezza
delle luci della citta'. Lui non poteva saperlo in quel momento,
ma non aveva via di scampo. Un rumore di rami spezzati nel bosco
alla sua sinistra lo raggiunse. Si giro' di scatto, tanto in
fretta che il cappello gli cadde dalla testa, ma non ci bado'. La
foresta quell'entita' buia e pericolosa era l'unica cosa che
catalizzava la sua attenzione. Per un intero minuto cerco' di
scrutare nella foresta al solo chiarore delle stelle e della Luna.
Ma c'era solo la Luna piena ed un velo di vento che faceva muovere
lentamente i rami degli alberi. I suoi occhi correvano da un'ombra
all'altra, cercando di trovarlo. Lo stava aspettando.
Lo
stavano aspettando.
Dopo
un minuto si rimise il suo cappello, e ricomincio' a cercare la
salvezza delle luci della citta', un po' piu' velocemente questa
volta. Nella notte c'era solo il silenzio, non un insetto, non un
uccello, non un pipistrello, non un cervo: niente. Solo la pallida
luce della Luna e i fuscelli che si muovevano alla brezza del
vento. Riprese il suo passo, ma una terribile paura si impossesso'
di lui.
Dietro
di lui sentiva il chiaro rumore di passi, come di qualcuno che
corre. Si giro' di fretta guardando indietro la strada polverosa e
deserta, ma non c'era niente. Cammino' in un'altra direzione, via
dalla citta', ma resto' di sasso. Dietro di lui adesso c'era una
linea nella soffice polvere. Torno' indietro all'istante, ma
inciampo' sui piedi terrorizzato, cadde, si rialzo' e corse via
verso la citta', cercando disperatamente di non urlare.
Dopo
un minuto smise di correre, si mise a terra su un ginocchio a lato
della strada. Il suo respiro era l'unico rumore della foresta, lui
era davvero affannato. Il suo respiro era rotto, cerco' di
controllare l'affanno. Getto' via il proprio mantello, per lo
sforzo aveva un gran caldo, si getto' dietro uno scarno cespuglio
a lato della strada. Si sdette lentamente dando occasionalmente
uno sguardo indietro dove era la linea sulla strada. Dopo un
momento inizio' a sorridere.
Non
c'era niente, disse forte a se' stesso, gridando: quella linea era
gia' li', solo che non se n'era accorto prima. La sua voce
risuono' allegra, mentre cercava disperatamente di rifuggire la
propria paura, ma sapeva che la linea non era li'. Lui sapeva che
c'era qualche cosa la' fuori, che lo stava braccando.
Lo
stavano braccando.
C'era
qualche cosa la' fuori che lo stava inseguendo, il pensiero gli
diede una breve scossa, si rivesti' mentre dava occhiate furtive
al bosco, ma non c'era niente. Il vento riprese e i ramoscelli
ricominciarono a far ondeggiare le loro ombre, ancora una volta
comincio' a camminare velocemente.
Alla
sua destra, dall'altra parte della strada un segnale indicava che
la citta' piu' vicina si trovava a 10 Km, si libero' dalla
tensione ridendo forte. 10 Km alla salvezza. Meno se poteva
raggiungere le strade pavimentate della civilizzazione e lasciarsi
alle spalle la foresta. Questo nuovo pensiero sprono' la sua
andatura, ed aumento' la fiducia in se' stesso, ed elimino' la
paura. Ma qualche cosa correva correva sulla strada, avrebbero
potuto essere avanti a lui un centinaio di metri. Un'ombra di
qaulche cosa che si muoveva troppo veloce per vedere cosa fosse lo
inchiodo'. Scivolo' a terra tra la polvere, poi lentamente ando'
avanti guardando in direzione del bosco da dove sarebbe potuta
venire l'ombra e soprattutto dove stava dirigendosi. Ma non
c'erano impronte sulla strada, salvo una singola impronta di zampa
esattamente al centro.
In
lontananza senti' un lupo ululare, si mise a correre a perdifiato
verso la citta'. Nella foresta intanto sentiva rami che si
spezzavano e colpi secchi, getto' via la giacca, per correre piu'
veloce. Aveva bisogno di tutta la sua velocita', ed anche di piu',
per sopravvivere.
D'un
tratto una figura emerse dalla foresta muovendosi ad una velocita'
soprannaturale, lui senti' una presa violenta sul proprio corpo.
Cerco' di combattere per un momento, ma la figura era
soprannaturalmente forte, e lui era esausto. Occhi verdi
fosforescenti e lunghi canini affilati brillarono al chiaro di
Luna, grido'. Senti' una mano sulla propria testa che gli
strattonava i capelli tirandogli indietro la testa, senti' un
morso sul proprio collo, pungente, un dolore acuto...
Poi
non senti' piu' niente.
Quando
fu completamente svuotato portai il suo corpo nella foresta e lo
seppellii profondamente nella terra, cercai un rifugio per il
giorno, lontano dai raggi del sole. E' segno di una grande
saggezza per i mortali avere paura della notte e delle regioni
selvagge. Io sono la Notte. Io sono la Luna. Io sono le Stelle. Io
sono l'Oscurita'. Io sono la Terra.
Io
sono un Gangrel.
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