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La Luce del giorno si ritira, le tenebre avanzano.

"La più grande paura è quella dell'ignoto…la paura della morte. Tu non puoi sapere da dove arriverà, ma io, mio caro amico, so dove andrai, perché sono stato lì. Potrei portartici ora, ma non ti piacerebbe ciò che troveresti. Quindi mi limiterò ad insegnarti bene cosa aspettarti!

Come tutto ha inizio...
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Lazzaro [Cappadocio]

Lazzaro è un Cappadocio ammantato di mistero. Le storie che si
raccontano della sua vita mortale dicono che era un tanatologo ebreo,
Abbracciato per la sua grande saggezza e per il suo quasi ossessivo
interesse per la morte. Secondo i molti che lo conobbero, Lazzaro fu
una volta uno degli Infanti prediletti dello stesso Cappadocius,
stimato per il suo pensiero erudito e per l'acutezza dell'ingegno.
Lazzaro generò una vasta Progenie e si trasferì nelle terre d'Egitto,
che molti Cappadocii tradizionalmente evitavano a causa della presenza
insidiosa dei Seguaci di Set. Il suo testardo rifiuto di abbandonare
l'Egitto nelle grinfie dei Serpenti contribuì a creare la sua
reputazione di insolenza, facendolo cadere nello sfavore dei
Cappadocii più tradizionalisti. Incapace di resistere al richiamo di
una terra tanto ricca nell'arcana conoscenza della morte, Lazzaro e la
sua Progenie stabilirono i loro Rifugi all'ombra delle grandi piramidi.
Ogni contatto con Lazzaro si interruppe poco dopo. Temendo il peggio,
ma non volendo rischiarare la propria incolumità personale, Caias e
Cappadocius abbandonarono Lazzaro al suo destino, presumendolo ormai
morto, in Torpore o sotto l'infida influenza dei Seguaci di Set.
Ma Lazzaro non era morto, come Caias scoprì quando Japhet lo inviò
alla ricerca del loro Fratello perduto, nelle notti successive alla
Festa dei Folli. Lazzaro era diventato naturalmente il più potente
degli Infitiores, avendo rifiutato ogni contatto con gli altri vampiri
della sua stirpe. Egli era divenuto un eremita solitario ponendo il
proprio rifugio in un monastero Copto, lontano dagli occhi indiscreti
della sua Progenie e dei servitori di Set. Se sia ancora alla ricerca
delle risposte dell'eterno dilemma è ignoto; quelli che lo conobbero
temono che l'antica corruzione della landa abbia alla fine vinto la
battaglia contro la sua forza di volontà.
Anche la ragione per cui Japhet si dimostrò all'improvviso interessato
alla sorte del fratello soltanto dopo la Festa dei Folli è un mistero.
I più maliziosi lo accusano di essere stato geloso di Caias, e di
averlo inviato in Egitto nella speranza che Lazzaro stesso,
probabilmente corrotto dal Male, lo distruggesse. Una teoria ancora
più inquietante sostiene invece che Japhet altri non sarebbe che
Lazzaro stesso, il quale nasconderebbe le proprie malsane ambizioni
dietro una maschera di Torpore simulato ogniqualvolta assuma la sua
seconda identità. Quest'ultima teoria di certo conferisce credibilità
alle voci sulla presunta gelosia di Japhet, per cui nessun prezzo
sarebbe stato troppo alto se, come risultato finale, si avesse avuto
la Morte Ultima di Caias. Comunque sia, nelle rare occasioni in cui
riceve visite, Lazzaro si rivela fonte erudita di un'infinità di
leggende e tradizioni sullo studio della morte.

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