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La Luce del giorno si ritira, le tenebre avanzano.

"La più grande paura è quella dell'ignoto…la paura della morte. Tu non puoi sapere da dove arriverà, ma io, mio caro amico, so dove andrai, perché sono stato lì. Potrei portartici ora, ma non ti piacerebbe ciò che troveresti. Quindi mi limiterò ad insegnarti bene cosa aspettarti!

Come tutto ha inizio...
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Rabbat [Nosferatu]
Questo vampiro è un appartenente alla Red List.

Vita

Quando i Mongoli calarono nell’Impero Ch’in agli inizi del 13° secolo Rabbat era già una donna vecchia. In soli due anni l’orda di Genghis Khan devastò completamente l’intera regione, andavano di città in città massacrando chiunque incontrassero.
Rabbat sopravvisse.
Catturata e proclamata la donna più brutta che fosse mai esistita, fu condotta a Sarai, alla corte di Temujin, il Khan dei Khan. Come ogni persona ammessa al cospetto del Khan, doveva tenere lo sguardo basso per evitare di guardarlo mentre avanzava sfilando di fronte a tutta la corte. Il respiro affannoso, il volto chino, immobile di fronte all’intera corte che si prendeva gioco di lei. Un cortigiano, afferrandola per i capelli, le alzò la testa, mostrando trionfante il volto deforme della bestia che i suoi uomini avevano catturato.
Divertito il Khan disse alla donna che poteva andare perché era troppo brutta perfino per essere uccisa: neppure ai dannati dell’inferno era giusto infliggere una pena del genere. Decretò inoltre che sarebbe potuta restare all’interno del Palazzo Reale. Questo semplice editto le garantiva anche protezione, perché la punizione del Khan si sarebbe abbattuta su chiunque le avesse fatto del male. A questo punto strisciò fuori dalla sala e svenne esausta. Delle guardie la portarono via e le diedero un posto dove dormire.
Divenne il mostro della corte reale, il divertimento del Khan, mentre si aggirava mendicando il cibo ai cortigiani durante ogni pasto. Alla morte del sovrano i suoi quattro figli divisero il regno. Uno di questi, Ugudei, ereditò Rabbat e subito la cacciò da palazzo nella città di Karakorum. Essendo molto vecchia e senza alcuna possibilità di sopravvivere, vagò in cerca di un luogo dove morire.
Sabanu, un antico Nosferatu al servizio di Baba Yaga, si rese conto della forza d’animo di Rabbat di fronte al tormento. Decise che sarebbe stato divertente concederle l’immortalità e permetterle di vendicarsi delle perversità che gli invasori senz’anima le avevano inflitto. Così, mentre lei giaceva ai suoi piedi implorandolo di farle dono della morte, lui l’Abbracciò.
Il suo viso orrendo ed il suo fragile corpo vennero trasformati in qualcosa di ancora più spaventoso. E mentre lei lo malediceva, lui si allontanava, lasciandola sola, per non farsi mai più vedere.

Non-vita

Rabbat non riusciva ad accettare la sua nuova condizione d’esistenza, ma dovette adattarsi. Non aveva desiderio di vendetta nei confronti dei Mongoli: per quanto dura le avessero reso la vita, aveva accettato la cosa. Cercò di non nutrirsi il più a lungo possibile, ma alla fine cedette alla frenesia ed uccise due guardie cittadine. Decise allora di andarsene e fuggì verso ovest.
Man mano che Ugudei completava la sottomissione dell’Impero Ch’in, Rabbat continuava a spostarsi verso ovest. Durante il giorno si rifugiava in buche scavate nel terreno subito prima dell’alba. Imparò a sopravvivere nelle terre selvagge, evitando i Lupini, i vampiri d’Oriente ed i Crociati bizantini che tornavano in Europa portando con loro la lebbra.
Giunse così a Costantinopoli, dove rimase per circa un secolo evitata dagli altri Cainiti per il suo aspetto raccapricciante. I Nosferatu della città la trovarono ed una volta venuti a conoscenza delle sue origini e saputo il nome del suo sire, la presero sotto la loro protezione. Qui rimase a servire il Clan, fino a quando lei ed alcuni suoi pari vennero chiamati a Praga.
In questa città Rabbat si mise subito in evidenza informando appena in tempo un anziano Malkavian che riuscì a sfuggire alle forze dell’Inquisizione. Le venne offerta una ricompensa, ma rifiutò con umiltà, guadagnandosi così il rispetto all’interno del suo Clan e la segreta ammirazione dei Malkavian. In breve il suo prestigio tra i Nosferatu aumentò considerevolmente grazie alla sua tempestività nel reperire le informazioni per salvare i Fratelli dagli agenti dell’Inquisizione.
Quando Rabbat giunse all’apice della propria influenza, si scatenò però in Europa la Peste Nera. Nonostante molti vampiri risultassero immuni, il sangue della loro progenie risultava essere stato infettato dalla malattia. Quando videro ciò che stava succedendo - la Peste un terzo della popolazione dell’Inghilterra ed oltre 75 milioni di persone in tutta Europa - i Cainiti cominciarono a contendersi l’un l’altro vene non infette, sangue puro. Rabbat non si poneva tali problemi e beveva senza indugi il sangue contaminato.
Da Praga, gli impegni portarono Rabbat a Venezia, dove divenne una dei leader del Clan della città. Durante la sua permanenza comparve misteriosamente una strana malattia che colpiva solo i vampiri: veniva chiamata il Morbo. Rabbat aveva creato una progenie portatrice di una forma di peste che infettava anche i vampiri. La cosa venne abbastanza ignorata fino a quando due Primogeniti della città non entrarono in torpore a causa del diffondersi di questa malattia. Rabbat, personalmente, era immune, ma la Peste Nera era ormai penetrata profondamente nel mondo dei non-morti.
I Giovanni riuscirono a ricondurre a lei lo scatenarsi della malattia. La Camarilla allora dichiarò aperta una Caccia di Sangue, distrusse la progenie di Rabbat e costrinse lei a fuggire da Venezia per salvarsi. Così fu esiliata dal suo clan e dall’unica società che l’abbia mai accettata.

Obiettivi

Per Rabbat l’esistenza stessa è dolorosa. Amareggiata della propria vita ha più volte tentato il suicidio aspettando l’alba per poi fuggire davanti alla terribile gloria del sole. Una volta era un rispettabile membro del proprio Clan, ora è una essere mostruoso che semina tra i suoi Fratelli una terribile malattia ovunque vada.

Natura

Rabbat è stufa di vagabondare. Farebbe qualunque cosa per non attirare l’attenzione, ma nel contempo non desidera altro che sentirsi accettata. Dopo essere stata un membro orgoglioso del suo Clan, ora farebbe di tutto per tornare a servirlo, anche con la più umile delle funzioni. Purtroppo qualunque cainita che si avvicini troppo a lei, cade inevitabilmente in torpore, contagiato dalla malattia. Così Rabbat sfoga la sua amarezza sui mortali, giocando con crudeltà la parte del mostro prima di nutrirsi del loro sangue eccitato dall’adrenalina. Ha creato progenie, sperando di porre fine alla sua solitudine, ma i suoi figli cadono in torpore a pochi giorni di distanza dall’Abbraccio. Talvolta Rabbat viaggia sotto il nome di Cloacina, in riferimento all’antica dea romana delle fogne.

Modus Operandi

Rabbat viaggia in continuazione. Poiché la sua sola presenza è sufficiente a mettere in allerta le presenze occulte, non si ferma mai in nessun luogo. Poiché teme il proprio Clan, preferisce dormire sottoterra, quando non riesce a tornare entro l’alba al suo furgone; questo è studiato per proteggerla completamente dalla luce del giorno. Piccoli furti alle stazioni di servizio, o in altri negozietti aperti 24 ore al giorno le permettono di procurarsi un po’ di soldi e, cosa più importante, benzina per viaggiare.
Quando ha bisogno di nutrirsi, sceglie sempre obiettivi isolati e soli, quindi li obbliga con Dominazione a seguirla in posti precedentemente preparati. Qui terrorizza le proprie vittime, sfogando la rabbia che porta dentro di sé, e poi le divora. Dopo essersi nutrita deruba i malcapitati e ne brucia il corpo per non lasciare traccia dei propri crimini.

Misfatti e la sua malattia

Le zecche che trasmettevano la Peste Nera nel 14° secolo ancora vivono nel corpo di Rabbat. Sono, in pratica, dei piccoli ghoul che si sono trasformati e sono diventati voraci grazie al suo sangue. Questo è il motivo per cui la malattia colpisce anche i Cainiti. Uccidere questi parassiti è ormai diventato estremamente difficile, in quanto il sangue vampirico li ha resi, come ogni ghoul, estremamente resistenti: essi si adattano facilmente a qualsiasi condizione ambientale. Tuttavia, come ogni ghoul anziano, se non riescono ad avere sangue vampirico soffrono, invecchiano e muoiono.
La malattia in sé è una combinazione di lebbra e peste bubbonica. Nei mortali si manifesta come Peste Nera, ma in effetti è molto più virulenta e uccide più velocemente. Sui Vampiri ha effetto aumentando la generazione, diminuendo nel contempo la quantità di sangue nel corpo del vampiro. Il risultato è che il Cainita cade in torpore e non può più essere risvegliato: il sangue eventualmente donato alla vittima viene disperso prima che possa essere usato. In alcuni casi la lebbra si manifesta sfigurando l’individuo, ma ciò non risulta mai mortale. Un Narratore deve sentirsi libero di decidere quanto velocemente la malattia ha effetto e può considerare anche di permettere ad un personaggio di trovare una cura se ha contratto il morbo.
Rabbat è oggetto di una Caccia di Sangue da ormai secoli, ma incontrare la fuggitiva Nosferatu risulterebbe spiacevole per la maggior parte dei vampiri. Corrono il rischio soprattutto quelli che vivono nelle strade e nei luoghi desolati. Naturalmente nessun membro della Camarilla muore dalla voglia di darle la caccia nelle fogne o nei tunnel della metropolitana. La sua ultima vittima, però, un anziano Toreador della Sud Carolina, ha riportato l’attenzione su di lei. La Camarilla sta per organizzare una gruppo di cacciatori abbastanza potente per distruggerla.
La Setta ha inoltre saputo che il Center for Disease Control sta seguendo le tracce della Nosferatu. Il CDC ha scoperto una serie di infezioni casuali, vittime ammalatesi perché sono state in negozi visitati da Rabbat, dove alcuni dei parassiti si sono staccati da lei per infettare nuovi ospiti.
Pur non essendo intelligenti, queste zecche sono fameliche e si adattano a qualunque condizione ambientale, oltre ad essere capaci di saltare enormi distanze a causa della loro condizione innaturale. Nonostante abbiano un Legame di Sangue con Rabbat, talvolta alcune di esse vengono lasciate indietro.

Trofeo di Clan

Il Clan di Rabbat ha promesso una ricompensa a chi la eliminerà; tuttavia non sarà così ancora per molto. I Nosferatu non hanno mosso un dito per darle la caccia. Segretamente stanno discutendo la possibilità che Rabbat sia l’ultima arma a disposizione del Clan contro gli Antidiluviani ed i Nictuku. Potrebbero presto giungere alla decisione di trovare un rifugio per lei, provvedere ai suoi bisogni e tenerla al sicuro finché non arriverà il momento in cui avranno bisogno di lei. Loro potranno vivere sotto le strade mentre la sua peste ucciderà i Cainiti sopra di loro.
I Malkavian stanno cercando un modo per curarla, come ringraziamento per i servizi che Rabbat ha reso loro durante l’Inquisizione. È probabilmente l’unico Clan che non ha dimenticato per convenienza ciò che la Nosferatu ha fatto per loro.
Il Sabbat non è neppure a conoscenza della sua esistenza. Se dovessero scoprirlo, sicuramente farebbero tutto ciò che è in loro potere per essere sicuri che raggiunga la Morte Ultima, in quanto sono molto più esposti degli altri vampiri alla sua malattia. Tuttavia potrebbero anche vedere in lei un punto di forza nelle loro battaglie con la Camarilla. Il gioco potrebbe ben valere la candela.

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